TPL Linea racconta Michele Costantini: “Una vita sul mezzo pubblico”


“Una vita sul mezzo pubblico…”. Già è proprio così e questa è la storia di Michele Costantini, classe 1942, pensionato savonese dei vigili del fuoco. Dal 1963 sino al 2007 in servizio nel Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, prima nella sede regionale a Genova, poi nel 1972 il trasferimento a Savona dove per molti anni ha ricoperto il ruolo di vice comandante provinciale.

E’ stato assessore all’ambiente della Comunità Montana del Giovo e consigliere comunale di Savona. Dal 1990 è anche collaboratore con il quotidiano La Stampa di Savona.

Lui il mezzo privato per andare ogni giorno al lavoro e per i suoi spostamenti non l’ha mai usato. Strano ma vero, come racconta: “Non ho mai avuto l’auto! I movimenti durante l’orario di lavoro avvenivano con l’autista e la vettura di servizio. Ho cominciato a usare il mezzo pubblico nel 1953, avevo 11 anni e da solo, con il tram, andavo a scuola, salivo alla stazione di Principe e scendevo a Cornigliano. Poi ho proseguito i miei viaggi sul mezzo pubblico per andare a lavorare, nei momenti di festa, di ferie e in ogni altra occasione. Si può dire che la mia vita sia stata sempre scandita dal mezzo pubblico, in particolare l’autobus. Conoscevo a memoria, come oggi, linee,  orari e coincidenze. Ormai sono 70 anni che viaggio in “corriera” come si diceva una volta… Ho avuto perfino l’occasione di conoscere diverse generazioni di autisti, prima il padre e poi il figlio, vedendo anche quest’ultimo arrivare addirittura fino alla pensione” afferma lo storico utente del trasporto pubblico locale.

Proprio per il suo longevo ruolo di utente, TPL Linea ha in mente di premiarlo come “viaggiatore più affezionato”, almeno secondo gli archivi dell’azienda di trasporto savonese.

Costantini, poi, entra nel merito dei vantaggi del mezzo pubblico: “Premesso che la fascia di età che non usa il mezzo pubblico è ampia e numerosa. Si tratta di una fascia di età significativa che parte dai diciottenni sino al termine dell’età lavorativa. Tutti usano la propria auto, ma preferire il mezzo pubblico è una scelta di vita. Una volta sul bus è possibile leggere, scrivere, parlare con gli altri utenti, riordinare le idee, riposare e soprattutto non pensare al parcheggio. Per non parlare del risparmio economico… Per me è stata senz’altro una scelta di vita, certamente particolare, originale visti i tempi, non so… Ma è una scelta che davvero consiglio a tutti!”.

Dalla sua esperienza, ecco poi la sua schietta opinione sulle possibili strategie per incentivare l’utilizzo del mezzo pubblico nel settore della mobilità, urbana ed extraurbana: “Ho pensato spesso a questa domanda, anche tenendo conto che sono proprio i più giovani a spostarsi con il mezzo pubblico e non solo per la scuola. Poi, però, alla prima occasione preferiscono la moto e l’auto. Non credo ci siano soluzioni e incentivi per convincere i giovani a continuare a usare più spesso il bus pubblico per i loro movimenti. Questo vale anche per quella fascia di età dai 30 ai 50 anni troppo presa dall’uso del mezzo privato. Ritengo che la questione sia ancora molto legata alle singole attitudini personali, come è stato nel mio caso”.

Ma il mondo degli autobus di linea ha intrecciato la sua vita anche per un intervento come vigile del fuoco in servizio al Forte di Cadibona: “Era il mattino del 22 settembre del 1992 – ricorda Costantini – ed ero stato chiamato per coordinare le operazioni di soccorso per l’alluvione ad Altare e in altri comuni della Valbormida. L’episodio, raccontato anche dall’agente di movimento dell’allora Acts Agostino Masio, evidenzia le fasi drammatiche del soccorso del bus e dei viaggiatori a bordo, con la strada bloccata da un albero e detriti. Quando abbiamo liberato il passaggio, alla ripartenza del mezzo dai due versanti della montagna è scesa all’improvviso una valanga di fango liquido che ha sommerso la mia vettura di servizio e sono stato trascinato dalla corrente per un centinaio di metri. Tutto è andato per il meglio e oggi sono qui a raccontare la mia avventura…”. Una azione di soccorso, mettendo a rischio la propria vita, che gli valse anche una speciale lettera di ringraziamento di Acts.